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“AMALIA” EPICA MODERNA ATTO II Scena prima (Opera in tre atti di Ana Silvestre)

ATTO SECONDO

Scena prima

Il frutteto, un po’ schiarito dalla luce dell’alba

Oreste, Amalia, Berta.

voce di Dino:

(13)

a In quel frutteto c’è quindi Oreste,

b E una nebbia che tutto avvolge.

a Indossa sempre una bianca veste,

b E sparisce quando il sole sorge.

a Ha qualcosa di nobile, celeste,

b Qualcosa di antico, che risorge.

c Una creatura piena di misteri,

c Che vive fra peschi, meli e peri.

(Berta è seduta su una poltrona, estranea a tutto l’ambiente circostante. Legge il racconto, in silenzio. Si trova nell’angolo destro, in disparte)

(Oreste ha una veste bianca, stile divinità greca. Quella di Amalia è rossa. Camminano nel frutteto, mano nella mano)

Oreste: Guarda che belle queste melagrane. E guarda là, quelle rossissime ciliegie. Ci sono anche le pesche, ma anche i loro fiori. Come si fa a resistere alla bellezza di un pesco in fiore?

Amalia: Sono sbalordita della bellezza del tuo frutteto. Non ho mai visto nulla di simile. Sarebbe bello un mondo pieno di alberi da frutto. Però, in questo frutteto, non ci sono le stagioni. Tutto cresce, fiorisce e matura senza alcun ordine.

Oreste: Cresce, fiorisce e matura con un ordine sì! Il mio! Guarda. (si avvicina ad un fico) Che albero è questo?

Amalia: Questo è un fico. Facile riconoscerlo.

(Oreste le fa vedere le mani nude, alza le braccia, sorride, infila una mano fra le foglie del fico e tira fuori una camelia. La mette all’orecchio di Amalia)

Oreste: Sta molto bene con la tua nuova veste.

Amalia: Ebbene, cara Oreste, un giro nel tuo magico frutteto lo abbiamo fatto, una nuova veste ce l’ho, qualche frutto fuori stagione l’ho mangiato, e neanche la camelia all’orecchio mi manca… però…

Oreste: Sì, ora parliamo. Sei una donna forte, quindi arriviamo al dunque, senza preamboli.

Amalia: Ecco, così mi piace.

Oreste: Tu, Amalia, devi trascinare questo mondo in una nuova era. Anzi, mi correggo: una parte dell’umanità.

(Berta, mentre legge, sorride)

Amalia: Ma io sono soltanto una donna semplice, una fotografa di paesaggi, animali, natura. Il mondo, in un modo o nell’altro, non finisce assieme a noi. Invece noi umani, con la somma degli errori commessi, possiamo avere un solo risultato: l’estinzione.
Io chi sono per fermare questo? Nessuno. Non siamo degni di questo mondo, di questa vita. Darei il mio sangue per evitare l’estinzione, se necessario, ma non credo che possa bastare così poco per riuscirci.

Oreste: Senza dare tutto il tuo sangue, ce la farai, col nostro aiuto. Per ora vedi solo me, ma presto avrai anche una sorta di esercito.

Amalia: Dobbiamo organizzare una guerra?

Oreste: Chiamiamo questo esercito… esercito della pace.

Amalia: Magari_ anzi sicuramente_ hai sbagliato nella scelta del generale per questo esercito. E per questa missione. Ripeto: sono soltanto una donna, una fotografa.

Oreste: Ma io so, invece, che tu sei perfetta per questo ruolo.

Amalia: E come fai ad essere così sicura?

Oreste: Non ho fatto mica un’estrazione di nomi, per scegliere te. Sono stata informata da qualcuno, da uno dei nostri. Qualche anno fa ti ha vista, ti ha tenuta sott’occhio, ti ha messa alla prova, si è informato sul tuo conto, ed eccoti qui.

Amalia: Lo conosco?

Oreste: Lo hai anche fotografato.

Amalia: Impossibile. Non fotografo mai le persone. Solo la natura, paesaggi, animali…

Oreste: E ci hai anche parlato insieme. Scoprirai da sola chi è.

Amalia: Ce la farò. Ma dimmi, Oreste, cos’è questa Nuova Era?

Oreste: La Nuova Era è l’evoluzione dell’uomo. Felicità.

(Berta è visibilmente soddisfatta di quel che sta leggendo)

Amalia: Stai parlando di una sorta di paradiso?

Oreste: Non esageriamo. L’uomo, dentro sé, avrà ancora a lungo una dualità interna con cui dovrà combattere ogni giorno. Non sarà ancora perfetto e avrà ancora la necessità di lavorare per vivere. Ma lo farà rispettando la natura, e nella gioia di dedicarsi ad essa, migliorerà il modo di rapportarsi con gli altri. Capirà che per far sì che la propria libertà sia reale, devono essere liberi tutti, nessun escluso.
Soltanto così, soltanto percorrendo questo sentiero, l’uomo può costruire il paradiso sulla Terra. L’unico paradiso che può esistere qui è quello che crea l’uomo, nella consapevolezza del Bene e del Male, con le scelte che fa. Soltanto arrivando da solo a questo paradiso, l’uomo può arrivare alla risoluzione dei suoi grandi misteri.

Amalia: Anche sull’esistenza o non esistenza di dio?

Oreste: Certo. Capirà anche la differenza che c’è tra il famoso demiurgo e lo sconosciuto dio. L’uomo, ora, è ancora molto malvagio: otto parti di tenebre e una parte di luce.

Amalia: E nella Nuova Era?

Oreste: L’uomo sarà piuttosto buono: sei parti di luce contro tre parti di tenebre.

Amalia: Quindi l’ultimo, quello che vivrà nel paradiso terrestre, sarà tutto fatto di luce.

Oreste: Oh no, Amalia! Sarà quasi perfetto: otto parti di luce e una di tenebre.

Oreste: Tu sei tutta luce?

Oreste: Io non sono stata creata dal vostro demiurgo.

(Berta lascia cadere il foglio che sta leggendo, rimanendo con un’espressione di stupore sul viso)

(Buio)

voce di Dino:

(14)

a Ah!, esisterà una Nuova Era!

b Un mondo nuovo di zecca, diciamo.

a Viviamo in un’età cupa, nera,

b Perché delle bestie ancora siamo.

a Guidaci tu, oh Amalia guerriera,

b Verso un paradiso senz’ Adamo!

c Il Grande Demiurgo ci ha creati,

c E con i suoi difetti siamo nati.

Pubblicato da Francesca Parrilla

Promoter culturale e attrice

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