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“AMALIA” EPICA MODERNA ATTO II Scena quinta (Opera in tre atti di Ana Silvestre)

Scena quinta

Lo studio di Dino. ‘E giorno.

Dino, Berta, Amalia.

(Dino guarda alla finestra)

Dino:

(33)

a ‘E quasi arrivato il momento.

b Penso che la città non ha mai visto

a Un pur similare affollamento!

b Se non ci sarà qualche imprevisto,

a Saremo liberi come il vento!

b Amalia, per te vivo e esisto!

c Per te mi tuffo pure nell’ignoto,

c La tua assenza è il vero vuoto.

(Dino apre la finestra. Si sente un gran rumore arrivare da fuori: urla e fischi)

Dino: Questa gente è davvero arrabbiata! Accidenti! (chiude la finestra, quindi si attenua il rumore)

(Berta entra ansimante)

Berta: Dino, sai cos’è successo ‘stanotte? Tutta la Città del Vaticano è stata distrutta, rasa al suolo!

Dino: (sorridendo) Buongiorno! Sì, lo sapevo già.

Berta: Hai sentito la notizia?

Dino: No, l’ho saputo dalla bocca dell’artefice stessa.

Berta: ‘E stata quindi Amalia l’artefice?

(entra Amalia)

Amalia: Sì, sono stata io. Buongiorno, Berta. (le sorride)

(Dino le va incontro, le prende le mani e la bacia sulle labbra)

Berta: Ma…ma… qualcosa mi sfugge! (va a sedersi sulla poltrona)
Non sapevo ancora che voi due… insomma…(sorride) anche se la cosa non mi sorprende affatto.

Amalia: Era una questione di tempo.

Dino: Prima o poi doveva succedere.

Berta: Che bello! Comunque solo voi due non sapevate che era una questione di tempo e che prima o poi doveva succedere. Io, e mica solo io, lo sapevamo tutti da mo’.

(Dino apre la finestra e si sente lo stesso chiasso di prima)

Dino: Che baccano! Ti sei riposata un po’? Quando mi sono alzato sono rimasto ad osservarti, mentre dormivi.

Amalia: Ho dormito un paio d’ore. Mi sento abbastanza riposata, però.

Berta: Ma con cosa hai raso a terra la Città del Vaticano? A quanto pare è come se lì fosse capitato un terremoto , facendo tremare tutto fin quando l’intera area non è diventata un mucchio di macerie.

Amalia: Ho usato soltanto questa (le porge la mano destra) Non ci credi, Berta?

Berta: Ci credo. So del potere di cui è dotata questa mano (le tocca la mano). Ma perché lo hai fatto? Domani si aprirà la porta temporale, milioni e milioni di persone sono già arrivate ad Alessandria, altre stanno ancora arrivando, oltre un miliardo di persone sono sparite nel nulla.

Amalia: Perché gli ultimi sono stati i primi. Così è il giusto ordine delle cose, non ti sembra?

Berta: Sì, però… perché distruggere il Vaticano? ‘E stata Oreste a chiedertelo? Mi sembra un gesto così atroce!

Amalia: L’idea è stata mia. Vedi, tu consideri atroce aver distrutto la Città del Vaticano, io trovo invece atroce tutto il suo operato, ciò che essa rappresenta. Per colpa della chiesa cattolica abbiamo vissuto per secoli nel buio, nell’ignoranza, senza istruzione. Per colpa della sua avidità di soldi e potere, fu bruciata la biblioteca di Alessandria! Quanto tempo per scoprire cose che erano già sapute secoli fa! Distruggendo il Vaticano, ho distrutto anche la sua credibilità e, più importante, forse messo un freno a certe nefandezze, sostenute, appunto, da questa chiesa. Mi piace pensare di avere lasciato almeno una possibilità di sopravvivenza a chi rimane, in questa era, eliminando uno dei mali maggiori.

Dino: Senza parlare dell’Inquisizione, dello sterminio dei popoli indigeni…

Amalia: Non ci basterebbe l’intera giornata per elencare tutti i danni fatti dalla Chiesa. Nella Nuova Era non ci sarà alcuna religione, eppure vi assicuro che l’Uomo sarà più vicino che mai a Dio. Vivi la tua fede in silenzio, senza parole, ma attivati a compiere il bene, ed ecco che il Vero Dio ti renderà libero.

Berta: E chi è il Vero Dio?

Amalia: Il Vero Dio è il padre del nostro Grande Demiurgo, e noi siamo il capriccio di quest’ultimo. Non domandarmi più niente a riguardo. Ognuno deve scoprire da solo la verità, che si trova dentro noi stessi, come una scintilla.
Non dobbiamo trascorrere le nostre vite ad inseguire dottrine, ideologie, religioni. Tutto quello che ci serve sapere è già qui, quando veniamo al mondo (mette una mano sulla testa di Berta). È già tutto qui. Siamo un organismo perfetto, dotato di conoscenza e pezzi di ricambio. Non facciamoci guastare dalle cose che ci dividono e ci fanno esasperare. Così, e solo così, possiamo scoprire in cosa consiste veramente la libertà. Possiamo superare il Grande Demiurgo e, il giorno in cui lo avremo fatto, potremo espanderci per tutto l’Universo. Questa volta dobbiamo farcela.

Dino: Stai quindi dicendo che non è la prima volta che succede quel che sta per succedere adesso?

Amalia: Esatto. Capirai, quando entrerai nella Nuova Era. Tutta la Storia, finora, è stata una continua ripetizione, amore caro. Non importa quante persone entreranno domani, dalla porta che si spalancherà all’alba. Non importa. I miei soldati, sparsi per tutto il mondo, si sono sradicati dai campi dove giacevano, in attesa del loro momento. Sono migliaia e migliaia. Accompagnano velocemente chi vuol partire ma non ha i mezzi per farlo. Una volta che siamo entrati tutti, entreranno anche loro, tornando di nuovo sui campi, radicandosi bene nel ventre della terra. Sfameranno, con i loro frutti, le bocche degli illuminati della Nuova Era.

Berta: Dimmi che non sto sognando!

Amalia: Ora stai sognando, ma quando entrerai nella Nuova Era, tutta la tua mente si sveglierà. Ti voglio bene, Berta! Ora sei diventata mia sorella! (si abbracciano, e Dino abbraccia tutte e due)

(buio)

voce di Dino:

(34)

a Ha raso al suolo il Vaticano

b E la stessa sorte tocca a Dubai.

a Il primo non è un luogo cristiano

b Oh, e collabora con gli usurai!

a La seconda è la maligna mano

b Che ciba il terrorismo! Sono guai!

c Impossibile salvare chi resta,

c Se alla caverna chiamano testa.

Pubblicato da Francesca Parrilla

Promoter culturale e attrice

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