MARGARET ( di Sergio Pizio)
Margaret quella mattina si levò presto dal letto dando un veloce bacio sulla fronte a suo fratello Peter, il quale dormiva ancora. Dopodiché scese rapidamente i gradini della scala a chiocciola di legno di castagno scuro, osservando sua madre borbottare da sola nel salotto mentre riordinata un armadio. Non aveva voglia di ascoltarla alle prime ore del mattino mentre recitava quei petulanti mantra riguardo le faccende di casa, né tantomeno assecondarla in silenzio con ripetuti gesti del capo.
Lei, Margaret, sentiva il desiderio di evadere dalla solita routine quotidiana uscire da quel dannato circolo vizioso che le stava bruciando il cervello. Un copia e incolla giornaliero infarciti di obsoleti discorsi con sua madre, afflitta perennemente dalla convinzione che la casa necessitava di maggiore ordine e pulizia.
Così Margaret decise di raggiungere la piccola collinetta sedendosi successivamente in un punto preciso del prato, lasciando andare lo sguardo verso il mare. Amava quel luogo. Ritenendolo uno scorcio paradisiaco, una specie di finestra aperta la quale sfociava in un’altra dimensione. Il cantico del mare risalì la collinetta sospinto da un lieve venticello intriso di un delicato profumo di salsedine misto a fiori d’arancio. Le sue certezze riguardo la vita svanirono come neve al sole, rendendosi conto che continuare a porsi delle domande assottigliava il tempo concesso su questa dimensione chiamata vita. Sospirò. Seguendo con sguardo rapito il volo di un gabbiano, osservandolo sfiorare delicatamente con il petto le increspature della spumeggianti onde prodotte dal passaggio di una nave. Poteva essere quella una libertà assoluta librarsi e volteggiare nell’aria, oppure una proiezione irreale e distorta della mente ingannando ogni percezione riguardo la parola stessa di libertà. Libertà di cosa poi. Probabilmente un concetto fittizio e astratto. Incastonato e preconfezionato all’interno di un sistema binario imbrigliata da assurde quanto demenziali regole. Margaret socchiuse per qualche secondo le palpebre, inspirando avidamente e profondamente quella tiepida e deliziosa aria. Affidando al proprio subconscio la mediazione conflittuale con la coscienza con una certa apprensione.
Un patteggiamento profondo introspettivo e rilassante, il quale scandagliava minuziosamente ogni minima sensazione a livello emotivo. Placando la tensione nella mente e nei muscoli del corpo, assaporando una gradevole sensazione di benessere interiore.
Di seguito Margaret si levò in piedi disegnando un lieve sorriso sulle sottili labbra.
Nel frattempo la madre di Margaret si sedette accanto alla finestra della sala, sospirando una certa stanchezza interiore. Rimanendo a osservare quello scorcio romantico di paesaggio, stringendosi nelle spalle. Quella tacita e complice sensazione di tranquillità incredibilmente immersa nel silenzio, sembrava fluttuare al centro dell’universo condensandosi in una postilla trasportata dal vento solare. In seguito la donna raggiunse gli scaffali della libreria, prelevando un libro tenendolo stretto tra le mani. << Oggi è la giornata perfetta >> mormorò, ritornando a sedersi accanto alla finestra. Quindi posò delicatamente il libro sopra al tavolo osservandolo con occhi visibilmente lucidi dall’emozione, accarezzando dolcemente la copertina vellutata con una mano come fosse il viso di un bimbo.
Dopodiché cominciò a leggere. Acquisendo da ogni singola pagina una delicata carezza in cui le parole si trasformavano in note musicali intrecciati a ricordi melodiosi, tinte dai colori delle stagioni e profumi della terra bagnata dalla pioggia, delle scoppiettanti castagne poste sopra la stufa a legna, dalla polenta cotta lentamente e poi versata sul tavolo di legno scuro, accompagnata dal vino rosso genuino e corposo all’interno del fiaschetto rivestito di paglia intrecciata.
Sul viso della donna apparve una lacrima e un sorriso di commozione e orgoglio all’interno di un sentimento sconfinato colmo d’amore.
Intanto Margaret si incamminò lungo il sentiero alberato adiacente al ruscello, fermando successivamente i suoi passi a pochi centimetri dalla staccionata di legno, oltre la quale si estendeva uno scorcio mozzafiato della vallata sottostante, abbracciata e baciata dai raggi del sole, che la faceva apparire come un angolo di paradiso. Con occhi rapiti da tale bellezza Margaret riprese a camminare, rimanendo ad osservare due scoiattoli arrampicarsi sul grande tronco di acero con fulminea rapidità. Quella visione così naturale e romantica la fece riflettere profondamente, trovando una tacita complicità con il suo animo.
Quando varcò la porta di casa Margaret si diresse immediatamente verso il salotto, cercando sua madre.
<< Mamma>> pronunciò la giovane corrugando la fronte guardandosi attorno.
<< Sono qui Margaret>> la voce della madre arrivò da dietro la porta di legno massello intarsiato della sala.
<< Che succede mamma>> pronunciò con tono stupido Margaret fermandosi al centro della stanza, sollevando le mani a mezz’aria.
<< Dimmelo tu Margaret >> esclamò la madre annuendo con espressione interrogativa.
<< Cosa…che intendi dire? >> obiettò lei corrugando la fronte.
<< Credi non mi sia accorta del tuo stato d’animo, di questo tuo nervosismo che ti rende intrattabile>>
Margaret scrollò le spalle, incrociando le braccia sul petto.
<< Non capisco a cosa ti riferisci>> mormorò la giovane abbassando il capo, sottraendosi allo sguardo della madre, la quale sospirò cercando di allentare la tensione che si stava creando.
<< Perché hai smesso di scrivere Margaret>> soggiunse la madre incrociando lo sguardo della figlia. << Questo libro è la dimostrazione di quanto tu sia brava come scrittrice, hai anche avuto diversi riconoscimenti e…>>
<< Credi sia facile scrivere in un contesto del genere mamma!>> sbottò Margaret con impeto agitando le mani nervosamente.
<< Che contesto, non capisco>>
Margaret chino il capo, mentre il suo respiro si fece più affannoso.<< Sai benissimo a cosa mi riferisco>>
La madre prese il libro stringendolo tra le mani.
<< Nessuno può modificare gli eventi della vita né tantomeno il destino di ognuno di noi. È stato un incidente Margaret, un tragico assurdo incidente che nessuno poteva fare qualcosa per evitarlo>>
<< Neppure Dio? >> esordì la giovane con voce ferma e grave, ansimando come una giovane leonessa all’interno di una gabbia.
<< Credo di no >> soggiunse flebilmente la madre con occhi lucidi.<< Mi spiace non poterti dare una risposta più appagante. La cosa più importante è che lui sia vivo, nonostante il suo handicap >>
Margaret si avvicinò carezzandole teneramente i capelli con una mano, osservando le rughe del tempo sul viso della madre.
<< Anche tuo padre non riesce a darsi pace >> proseguì la donna, scrollando le spalle. << Ma cosa possiamo noi, comuni mortali riuscire a riavvolgere il nastro della vita>>
<< Non si può >> annuì Margaret con il capo.
<< Riprendi a scrivere, ti prego tesoro>> esclamò la madre porgendole il libro tra le mani.<< Non lasciare che questo tuo talento vada perso>>
Margaret sorrise, facendo un cenno con il capo.
<< Non ho mai smesso di pensare al mio prossimo romanzo, è tutto qui dentro >> le rispose la giovane toccandosi la testa con l’indice di una mano.
<< Molto bene tesoro, molto bene>> mormorò la madre asciugandosi la lacrima sulla guancia.
<< Ora vai da Peter, ha già chiesto di tè più volte>>
<< Gli racconto quello che ho visto sulla collinetta>> pronunciò Margaret avviandosi verso la scala a chiocciola.
<< Sarà felicissimo di ascoltarti >> soggiunse con enfasi la madre, seguendola con sguardo amorevole.
Margaret annuì con un largo sorriso proseguendo verso il corridoio, fermandosi davanti alla porta di legno chiaro.
<< Peter, posso entrare?>> pronunciò con voce piena, picchiettando con le nocche di una mano sulla robusta porta.
<< Entra Margaret >> rispose il fratello in maniera concitata, gesticolando con le mani a mezz’aria.
<< Ti ho chiamato più volte stamattina>>
<< Sono andata sulla collinetta >>
<< Davvero? Dimmi che cosa hai visto, ti prego >> esordì il giovane sfregandosi i palmi delle mani con vigore.
<< Ho visto una grande nave solcare le acque del mare, mentre alcune luci brillavano più delle altre con colori differenti, proiettandosi verso il cielo >>
<< Wow…!! >> esclamò il fratello scuotendo più volte il capo.
<< Poi mi sono fermata vicino alla staccionata>>
<< Ti ascolto sorellina>> disse Peter dondolando il capo.
Margaret sorrise stringendogli le mani tra le sue. <>
<< Grazie sorellina >> le disse lui con un filo di voce. << Sono contento che mi hai raccontato quello che hai visto, sono davvero felice di avere ascoltato le tue sensazioni>>
Margaret annuì soffocando un lieve singhiozzo nella gola, chinandosi subito dopo verso di lui.
<< Ti racconto io il mondo là fuori >> mormorò baciandogli teneramente ambedue gli occhi spenti dall’incidente abbracciandolo per qualche istante. Sospingendo in seguito la sedia a rotelle verso il corridoio, scomparendo all’interno di un’altra camera.
Sergio Pizio
scrittore sceneggiatore
Copyright by Sergio Pizio

Sergio PIZIO biografia
La passione della scrittura è sempre stata presente nella mia vita. Fin da
ragazzo scrivevo racconti lunghi, elaborando nella mia testa personaggi
di pura fantasia, dando loro una vita propria, impressa sopra ad un foglio
di carta. Ne scrissi parecchi, custodendoli dentro ad una cartellina verde.
Qualsiasi momento di riflessione mi portava a scrivere, anche sopra ad
un tovagliolo di carta. Durante il servizio militare, ho perfino scritto lettere
per i miei commilitoni alle loro rispettive ragazze, che non conoscevo
neppure!
Il racconto più lungo contava circa sessanta fogli tipo A4, e si
intitolava “Margaret”. Scritto all’età di tredici anni “Margaret”, una storia che iniziava con un prolungato trillo di telefono nell’ufficio di Giorgio Ughelli, capo redattore del quotidiano La Stampa.
Negli anni a seguire, precisamente nel mese di
Maggio 2002′ scrissi il romanzo “La piccola Sofia” ( Alessandria Editrice)
dai risvolti drammatici, ambientato in Alessandria, una tenera storia che mia moglie Tiziana dopo averlo letto, mi convinse a farlo pubblicare.
In seguito nel Novembre 2007′ scrissi un romanzo sul
genere paranormale ” I paesaggi dell’anima”( Joker Edizioni) peraltro
un’argomento che trovo molto interessante.
Nel mese di Settembre di
quest’anno ho curato e scritto la parte romanzata del libro “Cuore d’atleta”
(Effedí Edizioni) del top runner Vincenzo Scuro. Ed ora eccomi a
presentare il mio nuovo romanzo ” Corsa contro il tempo ” ( Casa Editrice
Vicolo del Pavone) genere fantasy thriller politico.
Sergio Pizio

