INTERVISTA PER IL LIBRO DI PATRICE AVELLA
“Modigliani, l’amore & Paris”
Edizioni Il Foglio Letterario di Gordiano Lupi
1/ Il fatto di vivere in Toscana ormai ti ha ispirato di scrivere questo libro come per onorare un gemellaggio tra Livorno e Paris?
Di sicuro, un legame c’è da sei anni che vivo in Maremma e dai miei frequenti viaggi tra la Francia e la Toscana. Ho sempre amato le opere di Modigliani e a Livorno ho trovato e visitato i luoghi dove viveva l’artista ma anche le specialità gastronomiche della città! Tanti lettori mi chiedevano com’era Parigi nel tempo del pittore livornese. L’idea di fare il libro l’anno del centenario della sua morte è venuta da sola come una risposta a tutte queste belle domande.
2/Per te cosa rimane dei quartieri di Parigi che descrivi nel tuo libro dall’epoca di Modigliani a oggi?
Tutte le grande capitali sono cambiate nel mondo in cent’anni per forza. Ma in certi quartieri di Parigi rimane una certa ambiente se si vuole prendere il tempo di passeggiare a piedi a Montmartre per esempio. Piccoli vicoli, stradine, palazzi offrono belli segreti romantici da scoprire per chi sa apprezzare il calmo e leva gli occhi al cielo. Si può ritrovare l’ambiente di questi anni nelle terrazze delle brasseries parigine che descrivo nel mio libro e che esistono ancora a Paris.
3/ Descrivi le biografie delle otto donne che l’artista ha amato nel tuo libro. Qual’è stata la donna che Amedeo ha amato di più nella sua vita?
La prima donna che Amedeo ha sempre amato e che lo ha sostenuto tutta la vita era la sua mamma Eugénie Garcin che da Livorno l’aiutavo ancora quando l’artista viveva a Parigi. Il primo amore non si scorda mai, dunque la donna che ha rubato il suo cuore era l’elegantissima Maud Abrantès che era fuggita in America perché era incinta d’Amedeo.
4/ Qual è stata la donna delle otto donne descrite che è stata la Muse preferita dall’artista livornese?
Tutti pensano che era la sua moglie, la bella e giovane Jeanne Hébuterne che è stata la sua modella preferita alla fine della sua vita. Ma penso che era stato colpito dal mistero del viso di Lunia Czechowska che gli ha dato una spinta a un certo momento di depressione dell’artista per rinnovarsi e sviluppare la sua arte.
5/ Era vera la brutta reputazione data ad Amedeo durante il suo soggiorno e perché l’hanno soprannominato M le Maudit?
“Modigliani è l’unità dell’anima. Era un peccatore rovinoso, di quelli che bruciano e consumano tutto per arrivare al centro dell’anima. Il colore era l’emanazione di questo centro: la sua radice e la sua estasi. Per raggiungere l’ansietà dei rossi Modigliani ha vissuto sul bruciato. Ha peccato. Ha espiato. Ha peccato ancora. Come santa Caterina cercava il suo rosso. Quando Modigliani consumò l’ultimo rosso, morì”, scrivo nel libro. Amedeo, come tanti altri artisti ma anche gente del popolo parigino dell’epoca, beveva molto e troppo. Aveva dolori importanti e soffriva di non potere più scolpire le statue per i problemi ai polmoni. Sapeva che doveva bruciare la sua vita velocemente. Dopo la reputazione è stata amplificata perché si chiamava Modigliani, ma tanti altri artisti a Montparnasse all’epoca erano frequentemente ubriachi. La vita dell’artista livornese Amedeo Modigliani assomiglia alla storia di un vero romanzo. Tutti gli ingredienti tradizionali sono già presenti: belle donne, amore, sesso, soldi, artisti, quartieri di Parigi, romanticismo, violenza, successo troppo tardivo, amicizia, suicidio, tragedia e alla fine una bella storia di una coppia che si ritrova nella morte come un happy end morale.
6/ è originale la tua idea di aggiungere una colonna sonora e proporre al lettore di sentirla quando legge il tuo libro. Perché hai scelto il compositore francese Erik Satie?
In tutti i miei libri mi piace aggiungere una colonna sonora come nei film. In gran parte musica classica o sacra, ma anche di varietà dell’epoca del racconto. Satie è un personaggio e artista tipico dell’epoca di Modi’ con la sua eccentricità e spiccata dolcezza musicale con le sue favolose “Ginnopedie”. Tutti conoscono la sua musica per colpa dei film o pubblicità che hanno sentito ma pochi sanno che era di Erik Satie. Mettete le cuffie e provate, vi piacerà di sicuro leggere questo libro ascoltando questa musica al pianoforte.
7/ Altra originalità è stata l’idea di fare partecipare il lettore con il gioco del Test. Ma funziona veramente?
Lo stesso con la colonna sonora, cerco di mettere un Test adatto a ogni dei miei libri. L’idea è cominciata dal Test: “Dimmi che pasta mangi e ti dirò chi sei!” che ho messo nel libro scritto a quattro mani con il cinefilo Gordiano Lupi, “Pasta e Cinema” sempre nelle Edizioni Il Foglio Letterario. Avevo partecipato per tre anni a una trasmissione radio nazionale in Francia, France Bleu, con questo Test e piaceva molto agli ascoltatori. Faccio ogni volta un sondaggio intorno a me con tanti lettori e amici per verificare che funziona veramente, e quando mi conferma che lo è, si pubblica.
8/ Che pensano i lettori italiani delle storie dei piatti francesi e le loro ricette che descrivi nel libro di Modigliani, l’amore & Paris?
È vero che sono più abituato a conoscere i commenti dei francesi quando descrivo la storia delle forme della pasta e delle loro ricette tradizionali di ogni regione del Belpaese che il contrario. Collaboro come journalist-food e corrispondente per la Toscana, con la rivista di Paris, “La Voce” le magazine degli Italiani in Francia, che esiste da più di vent’anni, e descrivo l’origine di ogni forma delle 623 forme di pasta repertoriate. Anche se lo faccio da dieci anni mi rimangono ancora tante da fare scoprire. Gli Italiani non percepiscono bene la qualità della cucina francese, una della migliore gastronomia del mondo come quella italiana, perché hanno avuto una brutta esperienza culinaria durante un viaggio e una cena in un ristorante turistico parigino. Hanno un disprezzo a priori poi quando assaggiano un vero piatto ben cucinato come vuole la tradizione in una vera brasserie dei quartieri di Parigi, cambiano idea e apprezzano perché l’Italiano rimane un vero “gourmet”.
9/ Hai nuovi progetti di libro da scrivere o da pubblicare per l’anno 2021?
Tanti! Ah! Ah! Il prossimo da pubblicare sarebbe un bel libro nello stesso stile di questo: “Prévert, l’amore & Paris”. Il poeta francese Jacques Prévert rimane un autore apprezzato ancora molto oggi in Francia come in Italia. Scoprire i luoghi e quartieri a Parigi, diversi di quelli d’Amedeo, le donne della sua vita, la sua gastronomia e nuove storie di piatti francesi e ricette, accanto alle sue favolose poesie sarà una nuova bella passeggiata a Parigi da fare per gli Italiani. Questa volta saranno le canzoni scritte da Prévert che accompagneranno il lettore come colonna sonore e cantate da Yves Montand, un figlio di emigrato toscano… Sempre il nostro famoso gemellaggio Toscana-Paris!


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Patrice Avella – Da Livorno a Montparnasse, la vita dell’artista soprannominato M le Maudit
Redazione Il Foglio Letterario / 26 dicembre 2020 / Leave a comment / Letteratura e cultura: davvero ne hai paura, Patrizio Avella – Cena a Cinecittà
Estratto del libro delle Edizioni Il Foglio Letterario:
“Modigliani, l’amore & Paris”
«Da Livorno a Montparnasse, la vita dell’artista soprannominato M le Maudit».
Modigliani, la sua storia comincia e
finisce con lui come la sua pittura.
Ce ne sono stati tanti prima: con più genio, con più sapienza, con più resistenza, con più speranza. Ce ne sono stati tanti che sono andati più in là prima e dopo. Ma Modigliani è uno. Modigliani è indivisibile. La sua storia comincia e finisce con lui. E anche la sua pittura.
Modigliani è l’unità dell’anima. Era un peccatore rovinoso, di quelli che bruciano e consumano tutto per arrivare al centro dell’anima. Il colore era l’emanazione di questo centro: la sua radice e la sua estasi. Quando s’è voluto teorizzare sulle sue gamme, ne è venuto fuori un riassunto di laboratorio. Per raggiungere l’ansietà dei rossi Modigliani ha vissuto sul bruciato. Ha peccato. Ha espiato. Ha peccato ancora. Come santa Caterina cercava il suo rosso. Era un presentimento e una vocazione. Le donne erano fuoco. La pittura era fuoco. Parigi come Babilonia la capitale del male. La vedeva rossa come i senesi, la città del demonio. E rosse le facce delle donne dai cui occhi l’anima dipartiva alitavano nell’aria arrossandola. Quando Modigliani consumò l’ultimo rosso, morì …
Dal critico d’arte R. Carrieri, tratto dal suo testo del libro
“Amedeo Modigliani” Parigi – 1950
La vita dell’artista livornese Amedeo Modigliani assomiglia alla storia di un vero romanzo. Tutti gli ingredienti tradizionali sono già presenti: belle donne, amore, sesso, soldi, artisti, quartieri di Parigi, romanticismo, violenza, successo troppo tardivo, amicizia, suicidio, tragedia e alla fine una bella storia di una coppia che si ritrova nella morte come un happy end morale.
Due giorni dopo la morte dell’artista Modigliani nel gennaio 1920, soprannominato “M le Maudit”, la sua promessa sposa e madre della piccola Giovanna, Jeanne Hébuterne muore suicida per raggiungere l’amore della sua vita, il suo Modi’ al cimitero del Père Lachaise a Parigi. Et voilà! Una bella fine tragica degno di un’opera di Verdi alla Scala di Milano. No! Non siamo in un’opera lirica ma nella realtà della miseria dei quartieri parigini, dove vivevano gli artisti nei primi anni del 1900. Una bella storia d’amore come l’artista Modigliani ha conosciuto durante la vita vissuta in Francia con delle donne favolose e innamorate fino a morire per lui.
La vita di Modigliani si è sviluppata tra Livorno, dove nacque nel 1884, e Parigi, dove ha vissuto la sua vita di artista. Il legame con la sua città natale in Toscana non si è mai interrotto ma era sempre stata una sofferenza di rimanere non capito e apprezzato dalla sua gente. Nella “Villa Lumière”, dove arrivò giovane nel 1906, si sente a suo agio con gli altri artisti di tutte le nazionalità emigrati a Paris. Abbiamo tutti in testa la sua reputazione di un uomo alcolizzato, drogato o bohémien. È vero, però come tanti altri artisti della sua epoca. Ma Modì era altro. Le sue precarie condizioni di salute sin da piccolo, la sua malattia che lo ucciderà, la tubercolosi, lo faceva soffrire molto e il suo stato di salute precario lo impediva anche di fare la sua arte con serenità ben più della sua miseria. Gli impedirono a causa delle polveri, di dedicarsi all’arte della scultura per esempio. Sapeva di avere poca vita e che questa doveva essere vissuta intensamente. Opere vere e false sono state vendute in tutto il mondo. Tanti bravi falsari hanno potuto vendere opere di quest’artista alla moda senza vergogna, anche se hanno provocato tante polemiche. La più sconcertante è stato proprio nella sua città natia, a Livorno, nel 1984, con il ritrovamento di tre sculture nei canali, frutto di una burla studentesca.
“Modì le Maudit”, il “Maledetto”’ era stato a Montmartre soprannominato Amedeo Modigliani.
“… Modigliani era un Botticelli moderno,
tutto bruciato dal fuoco dello spirito,
che rende esili,
quasi immateriali le sue creature,
per lasciarne meglio trasparire
lo spirito meditativo
e gentilmente malinconico …”
Patrice Avella
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