Progetta un sito come questo con WordPress.com
Crea il tuo sito

Un sabato alla Masterclass di Matteucci

Nel suo  Masterclass  di interpretazione e  canto, tenutosi a Valenza sabato 5 giugno, Vittorio Matteucci, lo straordinario arcidiacono  di Notre  Dame de Paris, ha saputo creare in tutti l’ armonia tra vocalità e corporeità, facendo reperire dentro di noi risorse inattese, naturalezza e stile personale. Per chi ama il canto un’ esperienza unica ! A […]

Un sabato alla Masterclass di Matteucci

“AMALIA” EPICA MODERNA                    ATTO I Scena seconda (opera in tre atti di Ana Silvestre)

III pubblicazione

6 giugno 2021 Author Lia Tommi. Alessandria Today

Scena seconda

La stessa stanza, di giorno.

Dino, Amalia.

(Dino è seduto con i piedi sopra la scrivania, in mutande e maglietta, leggendo il giornale. La finestra è aperta, si sentono gli uccellini.)

voce di Dino:

(3)

a La giornata era assai afosa

b Non si muoveva manco una foglia

a Oh!, pigra persino l’aria, oziosa!

b Che di muoversi non aveva voglia!

a L’afa alessandrina è famosa!

b Ma è un problema che nessuno sbroglia.

c Quindi mi sono messo in mutande,

c Leggendo notizie per niente blande.

(Amalia bussa alla porta e entra senza aspettare la risposta, chiudendo la porta dietro sé)

Amalia: Ti devo parlare.

Dino: Ma… ma ti sembra il modo? Sono in mutande!

Amalia: Ti devo parlare.

Dino: Ho capito, ho capito! Accidenti, fammi andare almeno a mettermi un paio di braghe!

(va verso la porta, col giornale a coprire le parti basse)

Amalia: No, tu stai qui! Vai a sederti. Ti devo parlare.

(Dino va di nuovo a sedersi, tirando la sedia in avanti il più possibile, fino a rimanere incollato alla scrivania)

Dino: Dimmi tutto. Buongiorno, Amalia.

Amalia: Sai la strada che faccio tutte le mattine, quando vado a farmi la solita camminata, no? Buongiorno anche a te, amico mio.

Dino: All’alba… Sì, lo so. La san Bernardo.

Amalia: E sai che porto sempre con me la macchina fotografica, giusto?

Dino: Sì, certo. Lo sanno anche le pietre…

(Amalia tira fuori qualcosa dalla borsa e la butta sulla scrivania)

Amalia: Dacci un’occhiata.

Dino: Cos’è?

Amalia: Cosa c’è di strano in quella fotografia?

Dino: Fammela vedere. (la prende e la osserva)

Amalia: Osservala bene.

Dino: Sì sì. È stata scattata di notte, come al solito…

Amalia: Erano le sei del mattino, per l’esattezza. Due giorni fa.

Dino: Notte, per me. Vediamo… non saprei dirti cosa c’è di strano. È buio, lì c’è la nebbia…

Amalia: Ecco! Guarda con attenzione dove c’è la nebbia.

Dino: Ma non fai prima a dirmi subito cosa c’è di strano? Be’, ci sono delle lucine in mezzo alla nebbia.

Amalia: Bravo!

Dino: E quindi? Saranno le luci di qualche casa, o qualcosa del genere.

Amalia: No, non lo so sono, ti sbagli. Lì non ci sono case. ‘E un pezzo di terra abbandonato.

Dino: E cosa sono, allora?

Amalia: L’Orsa Maggiore.

Dino: Ah ah ah ah! Bella, quella!

(Amalia rimane immobile, fissando Dino)

Ma dai! Interessante! Domani metto sulla prima pagina del nostro giornale questa formidabile notizia! Cosa potrei scrivere, come titolo? Vediamo… “l’Orsa Maggiore è stata avvistata …”

Amalia: Smettila!

Dino: Aspetta, aspetta! Ci sono: “Orsa Maggiore caduta ad Alessandria”!

Amalia: Molto divertente. Complimenti.

Dino: Grazie! Hai fumato qualcosa di strano?

Amalia: Queste lucine formano l’Orsa Maggiore, proprio come la vediamo noi lassù, sopra le nostre teste.

(riprende la fotografia, si alza e si mette alle spalle di Dino, che tira la sedia ancora più in avanti)

Dino: Stamane hai proprio voglia di prendermi per il culo, eh?

Amalia: Rilassati, Dino. Sai com’è fatta l’Orsa Maggiore, no?

Dino: Certo che lo so! Non c’è nessuno al mondo che non sappia distinguere l’Orsa Maggiore dalle altre costellazioni.

Amalia: Perfetto! Quindi riguarda adesso la fotografia con più attenzione e dimmi tu se quelle lucine non formano l’Orsa Maggiore.

Dino: (fissando la fotografia, con gli occhi sgranati)
Non saprei… mmm… può darsi…

Amalia: Secondo me non sai com’è fatta l’Orsa Maggiore.

Dino: Figurati se non lo so!

Amalia: Non lo sai.

Dino: Mi arrendo. Non lo so.

(Amalia estrae dalla borsa un foglio di carta piegato in quattro e lo apre sopra la scrivania)

Amalia: Fai il confronto. Eccoti com’è fatta l’Orsa Maggiore.

Dino: Va bene, va bene… Sicura che non vuoi prendermi in giro?

Amalia: Fai questo confronto!

Dino: Okay! Vediamo… (guarda il foglio e la fotografia alternatamente, svariate volte)
Confermo che queste lucine sembrano l’Orsa Maggiore. Contenta?

Amalia: Sembrano?

Dino: La somiglianza è perfetta. Meglio così?

Amalia: (sorridendo) Proprio così. Ebbene, quando ho visto quelle lucine, le ho fotografate subito. Sapevo che lì c’era soltanto un terreno pieno di erbacce e rovi, quindi non riuscivo neanche ad immaginare cosa fossero.
Mi sono dunque decisa di “entrare” in quella nebbia.

(comincia a camminare avanti e indietro, con le mani dietro la schiena, guardando Dino)

Ma, quanto più me ne avvicinavo, più le luci diventavano fiacche. Quando ero lì, in mezzo alla nebbia… (si ferma e guarda nel vuoto)

Dino: Dai, vai avanti! Mi fai venire i brividi!

Amalia: Ho sentito qualcuno chiamarmi. Ma lì non c’era nessuno!

Dino: Ti rendi conto del pericolo di andare in giro da sola, di notte? No, non ti rendi conto perché credi di essere al di sopra della normalità delle cose!

Amalia: Cioè?

Dino: Con tutte le rapine, omicidi e violenza che ci sono, non puoi stare a casa tua di notte, anziché fare queste camminate inutili alle sei del mattino?

La gente normale non fa queste cose, cara Amalia!

Amalia: Grazie alla cosiddetta “gente normale”, ora ci troviamo veramente bene. Se la maggioranza ha sempre ragione…

Dino: Conosco a memoria quel discorso. Chi ti chiamava? Accidenti! Te le vai proprio a cercare!

Amalia: Sei più agitato di me. Fai un bel respiro, per piacere.
             Sentivo una donna che mi chiamava, ma la sua voce arrivava da diversi punti, come se in pochi secondi si spostasse da una parte all’altra, velocemente. E senza fare alcun rumore.

Dino: E chi era? Hai idea di chi possa essere?

Amalia: Non sono riuscita a vederla. Quando mi chiamava e io le rispondevo con un “sì” oppure con un “sono io”, lei rideva.

Dino: Come se ti prendesse in giro? Sei sicura che non si tratti di uno scherzo?

Amalia: Non era una risata sarcastica. Era… come posso definire quella risata? (pausa di 10 secondi). La risata di una mamma quando gioca a nascondino col suo bambino. Era una risata tenera, dolce, avvolgente. Una risata che mi abbracciava tutto il corpo.

Dino: Capisco.

Amalia: No, tu non puoi capire.

Dino: Non capisco più niente.

Amalia: Difatti.

Dino: Cosa farai?

Amalia: Domani mattina tornerò lì.

Dino: Ma sei matta? Non puoi tornare lì, da sola.

Amalia: Perché, vuoi mica  venire anche tu?

Dino: No! E neanche tu ci andrai! Magari è tutto un imbroglio per farti del male.

Amalia. Se così fosse, perché non mi hanno fatto male subito? Perché perdere l’occasione due giorni fa? Non era detto che io tornassi ancora.

Dino: Quello è anche vero, ma tu non andarci lo stesso.

Amalia: Vado. Devo farlo. E vado da sola. Tanto tu non riusciresti mai ad alzarti così presto.

Dino: A che ora parti?

Amalia: Alle 5,30, come al solito. Alle 5,45 imbocco la san Bernardo.

Dino: Non andarci, dai. Sii ragionevole. Non mi piace questa storia.

Amalia: Vado perché sono ragionevole. Non posso non capire questa faccenda.

(Amalia prende la fotografia e il foglio di carta, guarda Dino ed esce. Dino va verso la finestra e saluta. La stanza diventa buia)

voce di Dino:


(4)

a  Che diavolo, mancava giusto questo!

b  Sembra roba da film di fantascienza!

a  Sono un uomo semplice, modesto!

b  Amalia, invidio la tua ardenza,

a  Il tuo spirito sempre così desto,

b  Ma in questa storia non c’è coerenza!

c  Non tornare più alla san Bernardo,

c  Temo che troverai lì un saccardo!

MASTERCLASS “LA VOCE NON MENTE” CON VITTORIO MATTEUCCI

Foto gallery dell’evento!

                                                                      

Associazione culturale Iside

C.F.  96049210063. Piazza Garibaldi,  44-  15121  Alessandria Email  cultura.isidemail.com Cell +393496695859

Alessandria, 3  giugno 2021

COMUNICATO STAMPA

Masterclass

“La voce non mente ”

con Vittorio Matteucci

Sabato 5 giugno 2021  dalle ore 10,00 alle ore 19,00 (nel rispetto della normativa vigente sul distanziamento sociale contro la diffusione del Covid-19),

La scuola di Canto e formazione al musical di Alessandria diretto dalla preparatrice vocale Monica Bursi ha organizzato  una giornata insieme ad un grandissimo del musical e dello spettacolo, Vittorio Matteucci, l’arcidiacono di Notre Dame di Riccardo Cocciante ci propone un viaggio personale e collettivo attraverso le possibilità espressive di ogni singolo partecipante.

 

Il programma del corso:

1- Introduzione generale su uso della voce, tecniche di respirazione, riscaldamento e rilassamento.

2- Lettura ad alta voce- elementi di dizione.

3- Canto: come si affronta un brano cosiddetto leggero; applicazione delle regole fondamentali della comunicazione teatrale all’esecuzione di una canzone, studio e comprensione di un testo.

4- Recitazione uso del corpo; consapevolezza dello spazio scenico, consapevolezza e sviluppo dei propri talenti; i tempi della comunicazione, il controllo dell’emotività.

 

Saranno considerate tutte quelle componenti che fanno di una performance una buona performance, ci si confronterà e si imparerà gli uni dagli altri, nella certezza che le esperienze passate di Vittorio Matteucci possano servire da sprone e da insegnamento.

 

Giorno: sabato 5 giugno 2021

Luogo: Centro Polifunzionale San Rocco

Via Roberti 9, Valenza (AL)

Orario: 10.00/13.00- 14.30/19.00

numero partecipante effettivi max 15

numero partecipanti uditori fino ad esaurimento capienza salone nel rispetto delle normative covid 19.

I partecipanti effettivi dovranno portare :

2 brani cantati e 2 brani recitati.

Info: 3496695859

3496061606 whatsapp

e.mail cantoformazione.musical@outlook.it

Breve presentazione della compagnia:

Il curriculum       artistico           del        Gruppo   “OSTINATA   PASSIONE”     annovera,          oltre

all’interpretazione di grandi classici che ripercorrono la storia del musical, l’allestimento di opere musicali di grande qualità artistica. Ad oggi sono state messe in scena, tra il 2011 ed il 2015, “Notre Dame de Paris”, “Giulietta e Romeo”, “Dracula”, “Jesus Christ Superstar”, “Tosca”, “Evita”.

Il gruppo si avvale anche della collaborazione di prestigiosi nomi del panorama italiano e mondiale del musical quali MARCO GUERZONI ed EMANUELE BERNARDESCHI interpreti storici del personaggio di Clopin, re degli zingari, nell’opera di Riccardo Cocciante “Notre Dame de Paris” e ultimamente ha accolto VITTORIO MATTEUCCI, quale ospite di prestigio all’ultimo spettacolo tenutosi nel mese di aprile 2015 al Teatro Alfieri di Asti. Mattia Inverni nel ruolo di Gringoyre all’apertura del progetto SIPARO della Sala Ferrero del Teatro Comunale a maggio del 2016. 

L’Associazione Culturale “ISIDE”, iscritta all’Albo delle associazioni del Comune di Alessandria, costituita nel 2011, appoggia un progetto culturale che fonde musica, teatro e danza nella molteplicità dei loro aspetti rappresentando significativi momenti di aggregazione e di crescita socio-culturale che possono fungere da veicolo trainante per affiancare il volontariato nelle sue molteplici forme dando valore fondativo del suo saper essere, nei valori che rappresenta e nella funzione di sviluppo della solidarietà e nella creazione di beni razionali. 

 

Il “Laboratorio Acustico-corale”   offre a chi partecipa di  acquisire la tecnica giusta per ottenere soddisfazione nell’esecuzione del brano. 

Inoltre la musica d’insieme e la partecipazione attiva  sul palco scenico gratifica e promuove la crescita ed il benessere spirituale dell’individuo.

L’attività del Laboratorio Acustico-corale si svolge  presso l’Università Popolare dell’Alto Monferrato con sede all’interno di Palazzo Melchionni,  (al primo piano), via Migliara, in Alessandria.

La vocal coach  Monica Bursi dichiara : È un laboratorio di sperimentazione del suono e della musica d’insieme dove conta solo la voglia di fare e la passione. Non conta l’esperienza né la preparazione. Basta volerlo e… Musica sia!!!

Vittorio MATTEUCCI

(Livorno27 maggio 1963) è un cantante e attore italiano.

Il suo amore per il palcoscenico si manifesta già a tre anni, quando è il giovanissimo capo coro dell’asilo. A soli otto anni si trasferisce con la famiglia a Padova. Qui comincia a cantare con il Coro Tre Pini diretto da Gianni Malatesta e da questa esperienza vocale iniziano anche le sue prime esibizioni pubbliche nei locali della zona.

Dopo tanti anni di gavetta, accompagnati dallo studio approfondito della tecnica musicale senza trascurare la scuola e poi l’università, comincia a farsi conoscere dal grande pubblico accompagnando, con la US Band, le esibizioni di Umberto Smaila.

Approda in televisione come vocalist in programmi come Buona Domenica (19931994), La sai l’ultima (19951996), La canzone del secolo (1998), Ciao Mara (1999) e Maurizio Costanzo Show come cantante della band di Demo Morselli in due stagioni.

Ultima apparizione televisiva nella prima edizione di Ballando con le stelle, nel 2005. Contemporaneamente porta avanti alcuni progetti radiofonici e alcune altre cose come l’insegnamento di tecnica musicale e le collaborazioni con la Walt Disney. Per la nota casa produttrice doppia il personaggio di Yao nella parte cantata del film d’animazione Mulan e canta la sigla di George re della giungla…?.

Compone oltre 150 canzoni spaziando su vari generi musicali della tradizione italiana e internazionale. Alcuni suoi brani vengono eseguiti durante le sue serate dal vivo in cui li integra con repertorio swing, napoletano, classico italiano e internazionale.

Non abbandona mai i progetti teatrali, sua grande passione; dalle esibizioni giovanili anche nel carcere di Porto Azzurro, all’approdo al musical con il ruolo di Giuda in una produzione padovana di Jesus Christ Superstar e alla prosa con Il tribuno di Mauricio Kagel.

Nel 2002-2003 veste i panni del perfido arcidiacono Frollo nell’opera popolare Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante che riscuote uno strepitoso successo in tutta Italia, ruolo che lo consacra come uno dei volti più importanti nel teatro musicale.

Nel 2003-2004 ricopre il ruolo del barone Scarpia in Tosca – Amore disperato di Lucio Dalla.

Da marzo a settembre 2006 interpreta il Conte Dracula in Dracula Opera Rock della PFM, Premiata Forneria Marconi.

Dal novembre 2007 passa ad un ruolo diverso: Dante nell’opera musicale La Divina Commedia di Monsignor Marco Frisina.

Nel 2009 torna nell’opera Tosca – Amore disperato, mentre nel 2010 prende parte al musical I promessi sposi – Opera moderna di Michele Guardì, nel ruolo dell’Innominato.

Da ottobre 2013 a settembre 2015 interpreta il Conte Capuleti, padre di Giulietta, nella nuova produzione di David Zard Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo.

Nell’autunno 2015 riprende il ruolo dell’Innominato ne I promessi sposi – Opera moderna.

Da marzo 2016 a settembre 2017, e successivamente da settembre 2019 a settembre 2020, torna ad interpretare l’arcidiacono Frollo in Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante con gran parte del cast originale.

Il Presidente

Gianni BRAGGION 

Sotto :

VITTORIO MATTEUCCI

MONICA BURSI VOCAL COACH 

 


 

 

Presentazione del libro “La Stanza della Poesia” di Lia Tommi

Fabrizio PRIANO
Presidente dell’Associazione Culturale Libera Mente-Laboratorio di Idee
Ha invitato
(nel rispetto della normativa vigente sul distanziamento sociale contro la diffusione del Covid-19)
alla presentazione del libro dal titolo

“LA STANZA DELLA POESIA ”

di Lia TOMMI

Presso Federico FONTANA, Bar Pasticceria,
Piazza Garibaldi, 26 – Alessandria Tel 3426852810

Lunedì 31 maggio 2021 alle ore 18,00

Fabrizio PRIANO
Presidente dell’Associazione Culturale Libera Mente-Laboratorio di idee ha commentato :
“Si riparte con le iniziative culturali in presenza e lo facciamo con la presentazione di una raccolta di poesie dal titolo “La Stanza della Poesia” di Lia TOMMI. L’Autrice è molto conosciuta in Città per la sua professione, insegnante di scuola primaria, e per l’impegno in varie attività sociali e culturali ”

LA STANZA DELLA POESIA

Sono entrata
nella stanza della Poesia.
Ho trovato
il mio mondo
di emozioni e sentimenti
ricordi perduti nel vento
lacrime e sorrisi
immagini della mia terra
luoghi a me cari.
Ho trovato
persone care
gli amici e i loro doni
tutto l’amore
che ho dato e ricevuto.
Ho trovato
colori e profumi
delle stagioni
e la magia del Natale
con il suo messaggio
di pace.
Ma soprattutto
ho trovato
parole mie
solo mie
che vengono
dai sensi
dagli occhi
dall’empatia
e sempre
e soltanto
dal mio cuore.

Nella poesia di Lia Tommi c’è tutta la sua sensibilità, il suo sguardo nell’ osservare e nello stare nel mondo. Ed ecco le emozioni legate alla natura, ai paesaggi, alle parti del giorno, alle stagioni, al mutare del cielo. Altre poesie evocano il mondo degli affetti, i sentimenti più intimi: l’amore e l’amicizia, le figure materna e paterna, senza trascurare la figura della donna, la giustizia sociale, la capacità di ascoltare la vita con grande coinvolgimento emotivo. È uno stile poetico spontaneo, delicato, ricco di immagini descrittive suggestive, spesso immerse nel sogno. Il sogno si pone come elemento portante e caratterizzante, che abbraccia tutta l’ esistenza, sostanza stessa del vivere.
Rosalia TOMASINO , detta Lia Tommi, alessandrina, insegnante di scuola primaria, scrive poesie fin da giovanissima e ha partecipato a vari concorsi letterari, vincendo la prima edizione del microfestival poetico-letterario “Vi piace?” ad Alessandria e piazzandosi tra i finalisti della “Battaglia dei poeti” 2012 a Castellazzo Bormida e al concorso online “Neoriablog”.
Ha presentato l’edizione alessandrina del Poetry Slam 2012. È stata membro della giuria del concorso per racconti brevi “Monferrato Scriptori Festival ” 2013 , da cinque edizioni lo è del concorso letterario nazionale “Le donne si raccontano” , organizzato dalla Consulta Pari Opportunità del Comune di Alessandria e così pure è stata nella giuria della rassegna di cantautorato “ Nella mia ora di libertà “, nel 2018 , ad Acqui Terme. Attualmente scrive articoli di informazione e cultura sul media online “Alessandria Today” , ha contribuito con una poesia alla raccolta “ Soffi di poesia su Alessandria Today” e con un racconto all’ antologia “Piemontesi per sempre” di Edizioni della Sera.
Rappresentante UISP nella Consulta Pari Opportunità del Comune di Alessandria, da alcuni anni organizza eventi mirati alla parità e contro la violenza di genere.
Organizza altresì eventi letterari : presentazioni di libri, a cui partecipa anche come voce narrante, serate dialettali e di letture libere a tema.
Nella poesia di Lia Tommi c’è tutta la sua sensibilità, il suo sguardo nell’ osservare e nello stare nel mondo. Ed ecco le emozioni legate alla natura, ai paesaggi, alle parti del giorno, alle stagioni, al mutare del cielo. Altre poesie evocano il mondo degli affetti, i sentimenti più intimi: l’amore e l’amicizia, le figure materna e paterna, senza trascurare la figura della donna, la giustizia sociale, la capacità di ascoltare la vita con grande coinvolgimento emotivo. È uno stile poetico spontaneo, delicato, ricco di immagini descrittive suggestive, spesso immerse nel sogno. Il sogno si pone come elemento portante e caratterizzante, che abbraccia tutta l’ esistenza, sostanza stessa del vivere.

LUCA BENEDETTI , Alessandrino, coprotagonista nel film LIBERA. THE MOVIE. ( Intervista di Lia Tommi)

Alessandria.today 30 maggio 2021

“Quando scrive una storia, un romanzo, un racconto lo scrittore immagina qualcosa. Vede delle immagini e con esse dei personaggi che prendono una fisionomia, una personalità e una consistenza. Lo scrittore li descrive il più dettagliatamente possibile con le parole per farli conoscere a chi li leggerà, ma si sa, ognuno lì vedrà a suo modo, simili a quello che lo scrittore pensava, ma non uguali.
Chi scrive sa quanto difficile possa esser vedere i propri personaggi interpretati da delle persone in carne ed ossa, che per forza di cose si distingueranno da ciò che aveva in testa. Ma la magia può capitare… e sapete quando? Quando sul set del film del tuo libro ti capita di chiamare gli attori con il nome dei tuoi personaggi, invece che con il loro nome proprio. Perché li ricordano e interpretano cosi bene che riescono a fondersi con ciò che avevi immaginato. Pensavo fosse impossibile, e invece ho trovato dei ragazzi meravigliosi in grado di fare questa magia. Bravi, maturi, pieni di entusiasmo e passione. E soprattutto sorridenti e positivi. Spero questo progetto possa esser per voi solo il primo di tanti e che vi regali gioia come quella che state regalando a me! ” con queste parole la scrittrice Gabriella Morgillo descrive l’ atmosfera che si respira sul set del film “Libera. The Movie” , tratto dal suo omonimo romanzo.

Di questo cast, di questa atmosfera fa parte l’ alessandrino Luca Benedetti, che è stato scelto per interpretare il ruolo di Alessandro, coprotagonista del film.

Luca ha al suo attivo varie esperienze nel mondo dello spettacolo: è stato speaker, ha recitato in teatro ( 2018: Cechov 2000 Tragico Suo Malgrado di Elisabetta Pogliani e 2019 : Il Ventaglio di Goldoni, per la regia di Maurizio Salvalalio), ha girato spot, videoclip, cortometraggi.

Noi abbiamo incontrato Luca prima della sua partenza per Martinsicuro, in Abruzzo, dove proseguono le riprese del film, con la regia di Giuseppe di Giorgio, iniziate a Pavia ai primi di maggio.

D – Luca, cosa volevi fare “da grande” e quindi quale tipo di istruzione scolastica hai ricevuto?

R – Il mio sogno era diventare calciatore, poi intorno ai 18/20 anni mi sono sentito attratto dal mondo del cinema e mi sono quindi dedicato allo studio della dizione e della recitazione, anche per combattere la timidezza , oltre che per iniziare un percorso artistico. Mi sono diplomato in Scienze Sociali al liceo Saluzzo-Plana di Alessandria , poi mi sono iscritto a Scienze Motorie e sono diventato personal trainer. Ma dopo due anni ho interrotto gli studi, preso da varie esperienze lavorative , ad esempio lo stewart di eventi e il doppiatore. Ormai mi stavo avviando definitivamente verso il mondo della recitazione.

D – Come sei entrato nel mondo della recitazione: teatro e poi cinema?

R – Ho studiato dizione a Milano e recitazione con l’ insegnante scozzese Mikael Rodgers. Ho iniziato a partecipare ai casting, a lavorare nel settore della pubblicità, sono stato scelto per partecipare a due importanti spettacoli teatrali, ho girato cortometraggi e questo è il mio primo lungometraggio.

D – Come sei entrato nel cast di questo film?

R – Ho partecipato al primo casting via email e sono stato quindi selezionato per il casting in presenza.

D – Di quale genere è questo romanzo, e quindi questo film?

R – La trama consiste nelle esperienze che accadono a una ragazza che è partita per una vacanza con amici, dopo la delusione per non aver superato un esame. Lei e gli altri ragazzi vivono esperienze che insegnano a gestire le emozioni per risolvere problemi. Ci sono i valori: la famiglia, l’ amicizia, l’ amore.

D – Qual è il tuo ruolo?

R – Io sono Alessandro, un ragazzo educato, intrigante, che non è abituato ai NO. Subisce una “batosta” che lo fa maturare, dopo una prima reazione impulsiva e forte.

D – Progetti?

R – Trasferirmi a Roma per cercare un’ agenzia , che mi offra altre opportunità di lavoro, dopo questo film che spero costituisca un trampolino di lancio.

Saluto Luca Benedetti, classe 1992, elegante, ottima presenza, competente, entusiasta e motivato, determinato a impegnarsi per “sfondare”.

In bocca al lupo, che questo film sia una produttiva esperienza umana e professionale.

LUCA DALL’OLIO: ARTISTA PITTORE, FOTOGRAFO, SCULTORE

29 maggio 2021 Inaugurazione della mostra dal titolo “Ogni favola è un gioco” presso la Pinacoteca Massimo Stanzione a Sant’Arpino (CE) Italy

Luca Dall’Olio nasce a Chiari (Brescia), dopo aver frequentato il Liceo Artistico Foppa di Brescia si diploma all’Accademia di Brera nel 1980 per poi iniziare immediatamente la sua carriera artistica.

Nel 1986 viene pubblicata la prima monografia dedicata al suo lavoro e intitolata “Luca Dall’Olio, un giovane principe nell’impero dei segni”, seguita da “Sedimentazioni Sentimentali”, altra monografia uscita nel 1990 in occasione della mostra all’interno del prestigioso Palazzo dei Diamanti a Ferrara.

Intorno al 2002 l’artista realizza per la stazione della metropolitana Villa Bonelli di Roma, un importante mosaico di 20 mq.


Il mezzo principale di espressione dell’artista è la pittura ad olio, ma i suoi lavori includono serigrafia, scultura, e fotografia. Gli strumenti utilizzati sono pittura acrilica, foglia oro, piombo, legno, acciaio, ferro e rame. I suoi viaggi alla scoperta del mondo e dei luoghi più nascosti dell’amata Italia sono sempre stati per l’artista un’infinita fonte di ispirazione e un’occasione per filtrare e reinterpretare volti, paesaggi, città e culture lontane. Ispirazione e grande rispetto anche nei confronti dell’opera dell’espressionista Ernst Ludwig Kirchner e dell’artista e architetto Friedensreich Hundertwasser.


Dall’Olio ha esposto ed espone presso gallerie e istituzioni museali nazionali e internazionali, e in fiere d’arte moderna e contemporanea, come la Miami International Expo e la Art Expo di NY. Partecipa alla XII Esposizione Nazionale Quadriennale di Roma, e nel 2011 viene selezionato tra gli artisti del Padiglione Italiano della “Biennale di Venezia – 54. Esposizione Internazionale d’Arte”. Recentemente coinvolto nel sociale con progetti e laboratori di Arte-terapia, collaborazioni con Anfas, con i ragazzi della Cooperativa Sociale Zefiro. Luca ha partecipato al progetto Aba Autismo, il quale sfocia nella mostra collettiva “Dare forma ai Sogni” presso la Porta Sant’Agostino di Bergamo. Nel 2018 Luca vive una lunga esperienza, in Brasile, precisamente nel Parà, a Castanhal, presso l’Escola das Artes São Lucas. Sempre a Castanhal, l’artista ha l’occasione di organizzare un laboratorio con la Ceapa, Centro de Atendimento a Pessoa con Autismo. È stata realizzata una mostra personale di Luca Dall’Olio presso la prestigiosa sede della Fondazione Morcelli a Chiari (BS). In questo progetto Paolo Cappelletti attraverso lo scritto critico ha esplorato le diverse direzioni tematiche della produzione dell’artista.

Alessandria

Grazia Smilovich in arte JOSA espone al Museo Provinciale Campano di Capua dal 28 maggio al 10 giugno 2021

L’artista Piemontese Josa (Grazia Smilovich) in mostra al Museo Campano di Capua dal 28 maggio
Di #CeWeb – 24 Maggio 2021

Si inaugurerà venerdì 28 maggio 2021 alle ore 11.00 presso il Museo Provinciale Campano di Capua, la mostra personale dell’artista Piemontese Grazia Smilovich, in arte Josa. “Stati di…Grazia“ è il titolo che il curatore Gianpaolo Coronas ha scelto e cosi’ descrive brevemente la mostra :

“E’ uno stato di grazia l’intero lavoro svolto da Grazia Smilovich, le sue tele raccontano stati emotivi ancestrali, onirici. Le sue velate e delicate pennellate penetrano nell’io piu’ profondo. La sua produzione non si puo’ racchiudere in poche parole e cio’ non per una molteplice chiave di lettura ma per la connessione con approcci significativi ed evocativi che in ogni opera assumono caratteristiche e significati diversi. L’amore per la tecnica non pone in secondo piano l’equilibrio tra ricerca e capacità di stupire, di donare piacevoli sensazioni che solo un’artista attenta e sensibile può dare.”

La mostra è a cura di Gianpaolo Coronas, l’intervento Critico di Luigi Fusco.
I locali sono ogni giorno sanificati e si seguiranno tutte le disposizioni Governative relative al covid 19. La mostra sarà visitabile fino al 10 giugno 2021 negli orari e giorni di apertura del museo.

Il Piccolo di Alessandria

LETARGHYA e STAND UP – COMEDY SHOW di Andrea Di Bartolo

Andrea DI BARTOLO ha iniziato il suo percorso scrivendo sceneggiature e realizzando cortometraggi e video musicali, che hanno ricevuto diversi riconoscimenti nazionali e internazionali.

Nato ad Alessandria nel 1970 si è diplomato all’Istituto Tecnico A.Volta come Perito Elettrotecnico per poi approfondire successivamente le sue conoscenze cinematografiche frequentando l’Istituto Federico Fellini di Torino. Ha all’attivo diversi cortometraggi come LEVEL05, BLACKMAIL, NON ASCOLTARE IL CUORE, NOTTE SOLITARIA e diversi video musicali per band e cantautori emergenti tra i quali ROCCAFORTE, ARIZONA DOGS, VIRIDANSE, RIBES o MASSARONI PIANOFORTI.
Tra questi Blackmail e Level 05 (selezione ufficiale allo Short Film
Corner 2017 – 70° Festival de Cannes, ai Premi David Di Donatello 2018 Sezione Cortometraggi, al Cyborg Film Festival 2017 al 12 Months Film Festival, al Cardiff International Film Festival 2017 al Fake Flesh Film Festival 2017 e al The Monthly
Film Festival 2017).

LETARGHYA

Sci-fi crime che “sembra un film”.
Il romanzo deriva dalla sceneggiatura di un cortometraggio finalista ad un
importante concorso nazionale “Best Short” indetto dalla importante rivista di settore Best Movie e dalla Inside di Luca Argentero, ed è stato anche in finale negli Stati Uniti alla “Back in the box competition 2016“, organizzato dalla Fernleif Productions.
Partendo proprio da quelle pagine, l’autore ha voluto espandere l’universo così creato ed esplorare più approfonditamente i personaggi e le loro storie personali, cercando di regalare al lettore l’impressione di non leggere soltanto un romanzo ma di vedere un film, che è il fine ultimo per cui Letarghya è stato scritto.
Le vicende narrate nel romanzo sono ambientate nel prossimo futuro, quando la razza umana verrà modificata geneticamente da un nuovo tipo di farmaco
l’LW426 e sottoposta a periodi di letargo forzato di 6 mesi. Il tutto per poter sfruttare il meno possibile le ridottissime risorse naturali del pianeta terra.
Letarghya è la storia di Jonathan Bane, un poliziotto addetto al recupero degli umani in fuga dal loro stato artificiale di letargici, che si imbatte in un’organizzazione terroristica dalla cui sconfitta dipende il destino dell’umanità.
Una terribile verità sul presente e sul futuro della razza umana si nasconde però dietro le folli gesta architettate dal loro leader, il Dottor Arnold Kilman.


Per i Book Trailers, i filmati in cui è possibile vedere l’ambientazione in cui si svolge la storia i lettori e gli appassionati possono iscriversi alla pagina Facebook
https://www.facebook.com/letarghya/ o consultare il sito dell’autore
all’indirizzo http://www.andreadibartolo.it.
Letarghya è in vendita su Amazon sia in formato ebook che cartaceo.

STAND UP – COMEDY SHOW

È il secondo lavoro di Andrea Di Bartolo, un libro umoristico ispirato ai comic show, scritto con l’obiettivo di far dimenticare agli italiani la pandemia.

“Con STAND UP vorrei regalare se non una risata, almeno un sorriso a tutti voi, attraverso un libro umoristico ispirato ai comic show più amati.
E’ un tentativo per distrarre, per non far pensare, per esorcizzare le paure indotte dalla dolorosa parentesi storica della pandemia da Covid-19. Mi pare che sia dell’anarchico Bakunin la frase che racchiude l’essenza stessa della comicità: «La fantasia distruggerà il potere, e una risata vi seppellirà». Ecco, mi auguro che l’inizio della fine del virus sia proprio una sana e grassa risata.
Il titolo “STAND UP” trae origine dalla stand-up comedy, una forma di spettacolo in cui il comico si esibisce “in piedi” (in inglese stand-up) davanti al pubblico, al quale si rivolge direttamente senza la quarta parete. Con piglio satirico e irriverente, gli argomenti affrontati vanno dal politico al sociale fino alla cultura pop.”

SEVEN – 7 l’arte interpreta i  sette vizi capitali presso il Monastero della Misericordia di Missaglia (LC) Italy

un progetto di 
Ponte43 
in collaborazione con 
heart-pulsazioni culturali 

a cura di 
Simona Bartolena e Armando Fettolini 

22 maggio – 20 giugno 
Monastero della Misericordia, Missaglia (Lc)

Un progetto sostenuto da
Fondo per lo sviluppo del territorio provinciale lecchese – interventi in campo storico-artistico e naturalistico

In collaborazione con
Album. Brianza Paesaggio aperto
Consorzio Villa Greppi
Brig
Fondazione comunitaria del lecchese onlus
Lario reti holding

7 è il nuovo progetto di Ponte43 per Associazione heart – pulsazioni culturali.
Come altri nostri progetti simili da noi proposti in passato 7 è una mostra corale, composta dall’opera di artisti tra loro molto diversi. Ma se nelle precedenti esperienze gli artisti coinvolti venivano selezionati dai curatori in virtù del loro percorso e della loro frequentazione di un tema specifico, questa volta sono stati gli artisti invitati a scegliere dove collocarsi e in quale contenitore stare. Ad ognuno il proprio peccato.
Ciascuno ha deciso anche con quale approccio affrontare il vizio che ha scelto per sé: atto d’accusa o ammissione di colpa? Critica sociale o autoanalisi? …Un gioco ironicamente serio, una sfida che necessita di sincerità e trasparenza, un’indagine artistica che finisce con il diventare una mappatura sociale e antropologica.
Non ci siamo dati schemi. Non abbiamo fatto previsioni. Non abbiamo voluto immaginare, né tanto meno suggerire o influenzare, le scelte dei singoli artisti. Nessun limite di tecnica, linguaggio, stile, approccio al tema.
Il progetto prende forma dall’accostamento dei singoli contributi, che compongono un mosaico leggibile solo nella visione di insieme.
In un anno di celebrazioni dantesche, un omaggio al viaggio negli inferi del sommo poeta e al suo sguardo sempre attuale sull’Umanità.

I vizi
La definizione dei sette vizi capitali risale al Medioevo, con le dottrine di Giovanni Cassiani, monaco vissuto tra il IV e il V secolo, e, nel secolo successivo, di Gregorio Magno, basate, probabilmente, sulla prima lettera di San Giovanni.
I vizi vennero detti “capitali” perché da essi discendono tutti i peccati nei quali può cadere l’uomo. San Giovanni parla di “concupiscenza”. Dalla concupiscenza della carne derivano la lussuria e l’intemperanza, dalla concupiscenza degli occhi l’avarizia, da quella dello spirito la superbia, l’accidia, l’invidia e l’ira.
Ben presto i sette vizi capitali si diffondono nell’iconografia artistica, dapprima raccontati attraverso la loro punizione infernale (complice anche la Commedia dantesca) e poi anche come allegorie autonome. Tra le rappresenta-zioni più note ci sono senza dubbio quelle realizzate da Giotto nella Cappella degli Scrovegni e quelle di Bosch nel celeberrimo dipinto oggi conservato al Prado di Madrid (I sette peccati capitali, 1475-1480), ma il soggetto non ha smesso di affascinare i pittori anche nei secoli successivi, inesauribile fonte di immagini e fantasie tanto spaventose quanto seducenti.

Lussuria: Nel Medioevo lussurioso era considerato qualsiasi attaccamento ai beni terreni (in opposizione alla virtù della temperanza) e non solo il vizio carnale. Quando, già nel Rinascimento, l’appagamento dei sensi è guardato con molta più indulgenza, la lussuria perde progressivamente di gravità, finendo con il diventare il peccato più tollerabile. Per questo l’allegoria della Lussuria è spesso immaginata come una donna bellissima, accompagnata da animali considerati lussuriosi, quali il coccodrillo e il coniglio.

Gola: Considerata peccato solo in quanto contraddice la modestia e la morigeratezza proprie di una vita virtuosa, la Gola nella tradizione è per eccellenza il peccato delle classi più alte, che si possono permettere il lusso dell’abbondanza di cibo. Accompagnata da un orso o da un maiale, considerati animali golosi, l’allegoria della Gola ha spesso un collo molto lungo e un ventre molto grande. Il più triviale tra tutti i vizi non necessita di simbologie particolari: tra tutti i peccati è quello che trasforma in modo più evidente il corpo.

Avarizia: L’avarizia non è solo la tendenza ad accumulare denaro ma, più in generale, la fame di avere per sé e un eccessivo ritegno nel donare. Dante la rappresenta con una lupa spaventosa. Anche nell’Iconografia di Cesare Ripa l’allegoria dell’Avarizia si accompagna all’immagine della lupa, nella tradizione considerata un animale avido e vorace, insaziabile e aggressivo. Spesso in pittura è interpretata come una donna agghindata con molti gioielli o con l’immagine di un uomo che tiene stretto in mano un sacchetto o che conta monete.

Accidia: L’accidia è il torpore della mente e dell’anima, l’indifferenza, il disinteresse. Nel 1625, nella sua Iconologia, Cesare Ripa descrive così l’allegoria dell’Accidia: come una “Donna vecchia, brutta, mal vestita che stia a sedere et che tenghi la guancia appoggiata sopra alla sinistra mano, dalla quale penda una cartella con un motto che dichi: TORPET INERS, et il gomito di detta mano sia posato sopra il ginocchio, tenendo il capo chino et che sia cinto con un panno di color nero et nella destra mano un pesce detto Torpedine. Accidia, secondo S. Giovanni Damasceno l. 2. è una tristitia che aggrava la mente, che non permette che si facci opera buona. […].” Accanto a lei sono spesso rappresentati l’asino, la tartaruga o la lumaca, considerati animali lenti e pigri per natura.

Ira: Fin dall’antichità, ancor prima che si sviluppasse l’iconografia cristiana, l’ira è rappresentata con una figura di giovane età, dalle “spalle grande, la faccia gonfia, gli occhi rossi, la fronte rotonda, il naso acuto et le narici aperte”, spesso armata e con un copricapo con una testa d’orso come cimiero. Anche l’ira, come la gola, non ha bisogno di simboli: trova la propria rappresentazione negli effetti fisiognomici che produce.

Invidia: Inconfessabile e violento moto dell’anima, l’invidia brucia e consuma chi la prova. L’arte non le ha mai risparmiato l’immaginario peggiore. Una delle più riuscite rappresentazioni artistiche dell’invidia è quella lasciata da Giotto: una donna bruttissima dalle grandi orecchie, la cui lingua è un serpente che le si ritorce contro e i cui piedi ardono nelle fiamme infernali.

Superbia: Fin dall’epoca medievale la Superbia era ritenuta il peccato peggiore e il più pericoloso. Rappresentata nella tradizione come una donna bella et altera, vestita nobilmente di rosso, coronata d’oro, di gemme in gran copia, nella destra mano tiene un pavone et nella sinistra un specchio, nel quale miri et contempli se stessa, la Superbia presenta un’iconografia che si confonde talvolta con quella più generica della Vanità.

La mostra
“Anche privandoli del loro valore religioso e del significato dottrinale di “peccato” attribuitogli dal cristianesimo, i sette vizi capitali raccontano comunque altrettanti aspetti
potenzialmente deteriori dell’essere umano, dando un nome (nel caso dell’arte, anche un’immagine) a pulsioni e istinti talvolta inconfessabili ma spesso inevitabili e incontrollabili. Essi raccontano, in sintesi, il lato più oscuro (ma terribilmente umano) di ciascuno di noi.
Il progetto nasce proprio da questa riflessione. A differenza delle altre mostre a tema da noi curate, non abbiamo voluto scegliere l’opera da esporre ma lasciare liberi gli artisti invitati di realizzare un lavoro (o selezionarne dalla loro produzione) che raccontasse il loro punto di vista personale su uno dei vizi capitali. Abbiamo chiesto loro di spiegarci, in sintesi, anche il perché della loro scelta.
Dalle risposte alla nostra call sono emerse alcune riflessioni molto interessanti, come, ad esempio, l’evidente preponderanza di opere dedicate all’accidia (in tempi di immobilità e reclusione come questi, è ben comprensibile che sia questo il vizio più indagato) o l’attenzione alla gola in relazione alle disfunzioni alimentari tanto diffuse nella nostra società o ai danni ambientali del consumismo e delle sue pratiche quotidiane.
Le scelte degli artisti che hanno deciso di partecipare, sempre ponderate e motivate, riflettono i loro pensieri e i loro interessi ma anche le loro esperienze, i loro stati d’animo e le loro paure.
I linguaggi e le tecniche molto eterogenei, la diversità di approccio dei vari artisti rendono la mostra un viaggio pieno di sorprese nel tema proposta.
Una panoramica straordinaria che attraverso singole ricerche individuali riesca a raccontare un concetto universale: l’Uomo e le sue “umanissime” debolezze, i suoi vizi più o meno imperdonabili”.
(Simona Bartolena e Armando Fettolini, curatori del progetto)

Per la mostra abbiamo individuato una sede ideale: l’antico monastero della Misericordia di Missaglia. L’edificio – fondato nel XV secolo – luogo dal fascino straordinario e dalla lunga storia, è lo spazio perfetto per ambientare un’esposizione come questa.
Ciascuna cella monastica sarà occupata da una o più opere, offrendo al visitatore un percorso curioso e ricco di motivi di riflessione su un tema che riguarda davvero tutti.

La mostra conferma anche il ruolo del Monastero di Missaglia, di recente entrato nel Consorzio di Villa Greppi, come luogo di Cultura, sede di attività artistiche, teatrali e musicali sempre più importanti.

Gli artisti della mostra
Davide Balossi, Claudio Beorchia, Isabella Beretta, Enrico Bernasconi, Isabella Bettinelli, Bruno Biffi, Piera Biffi, Maurizio Bonfanti, Raffaele Bonuomo, Walmer Bordon, Gildo Brambilla, Giovanni Bucher, Giuseppe Buffoli, Casagrande&Recalcati, Silvana Castellucchio, Elisa Cella, Andrea Cereda, Giovanni Cerri, Chiò, Ghitta Choujae, Silvia Cibaldi, Vittorio Comi, Angela Corti, Giulio Crisanti, Umberto Crisciotti, Daf, Dellaclà, Franco Donaggio, Anna Donati, Paolo Facchinetti, Alessandro Favini, Federica Ferzoco, Grazia Gabbini, Nadia Galbiati, Giuliano Gaigher, Antonella Gerbi, Roberto Ghezzi, Enrico Giudicianni, Injoe, Alessio Larocchi, Rosanna Maggi, Silvia Manazza, Carlo Mangolini, Camilla Marinoni, Annalisa Mitrano, Ettore Moschetti. Elena Mutinelli, Margherita Niel, Giacomo Nuzzo, Lorenzo Pacini, Luca Panucci, Sara Parolini, Luciano Pea, Cristiano Petrucci, Giangi Pezzotti, Daniele Poli, Dolores Previtali, Nicolò Quirico, Alex Sala, Silvia Serenari, Giovanni Sesia, Kim Sommerschield, Alessandro Spadari, Elisabetta Tagliabue, Matteo Tenardi, Giovanna Torresin, Manuela Toselli, Vera Pravda, Armanda Verdirame, Marta Vezzoli, Nicola Zaccaria, Maria Chiara Zarabini,

7
L’arte racconta i sette vizi capitali
a cura di Simona Bartolena e Armando Fettolini
22 maggio – 20 giugno
Antico Monastero della Misericordia – Missaglia (Lc)

Inaugurazione sabato 22 maggio, dalle ore 15.30 alle ore 18.30
(ingressi contingentati secondo le normative vigenti)

Presentazione ufficiale: sabato 22 maggio, ore 15.00
(i posti per la presentazione ufficiale sono limitati, per accedervi è necessaria la prenotazione scrivendo a: prenotazioni@associazioneheart.it)

Orari di apertura
Venerdì 15.00-18.00
Sabato 9.00-12.30 / 15.00-18.00
Domenica 15.00-18.00

Attenzione:
l’accesso alla mostra è al primo piano senza ascensore.
Per l’accesso per disabili scrivere a prenotazioni@associazioneheart.it

catalogo in mostra

“AMALIA” EPICA MODERNA ATTO I Scena prima (opera in tre atti di Ana Silvestre)

II pubblicazione

Date: 17 maggio 2021. Author: Lia Tommi Alessandria Today

ATTO I

Scena prima

Una stanza con una libreria, una scrivania con un computer, due poltrone, una finestra aperta, un paralume acceso su un tavolino. Si sentono le cicale. Dino guarda fuori dalla finestra, di schiena verso il pubblico.

Dino, Berta.

(Dino chiude la finestra , quindi le cicale si sentono a malapena. Fa qualche passo avanti e indietro, guarda la libreria, prende un libro e va a sedersi sulla poltrona che si trova di fianco al tavolino. Apre il libro, ma lo butta subito per terra. Si piega in avanti, appoggiando i gomiti sulle ginocchia, guardando nel vuoto. Si alza di scatto. Riflettore su Dino)

Dino:

(1)

a Beate voi, che cantate, oh cicale

b Vorrei cantare anch’io_ diletto!

a Alle cicale viene naturale

b Cantare senza sosta, per dispetto!

a Ahimè! Invidio questo animale!

b Zitte, che voglio andare a letto!

c Già, cantate perché guai non avete.

c Quando arriva l’inverno ridete!

(si spegne il riflettore)

Il mondo sta impazzendo, magari sì. Ma io non posso farci niente, quindi devo soltanto mantenere la calma, cercare di andare avanti come posso, senza alcun senso di colpa. Già! Proprio così!

(fa qualche passo, lentamente. Silenzio)

Ma Amalia vuole che mi senta in colpa! Lei vuole che io prenda le mie responsabilità! Ma quali responsabilità?

(ad alta voce) Sei una stronza! Una stronza!

(si sente bussare alla porta)

Chi è?

Voce di Berta: Sono io, tua sorella!

(Dino le apre la porta, che era chiusa a chiave. Berta entra nella stanza)

Berta: Ce l’hai con me? Non ti riconosco più. Sei cambiato, negli ultimi tempi…

Dino: Perché dovrei avercela con te?

Berta: Hai urlato “sei una stronza”, poc’anzi. Sei un ingrato, ecco cosa sei. Non mi piacciono questi tuoi nuovi modi. Una volta non parlavi così… e non ti chiudevi a chiave.

Dino: Ma che dici, Berta? Non ce l’ho con te. Parlavo da solo.

Berta: E urlavi anche da solo…

Dino. E urlavo anche da solo. Scusami se ti ho svegliata. Andrò anch’io a letto e cercherò di dormire.

Berta: Non ce la faccio a dormire neanch’io, con tutti i pensieri che ho per la testa. Quando non si lavora da più di sei anni, si pensa troppo. La disoccupazione provoca insonnia. Perché sei così agitato? Cosa c’è che ti turba così tanto, ultimamente? Una volta parlavamo, ma ora sei sempre più taciturno.

Dino: Sto bene, quindi non preoccuparti per me.

Berta: Urli alle due di notte, e dici che stai bene? Sono certa che c’entra la nostra amica.

Dino: Quale amica? Non sai cosa dici. Dai, Berta, vai a letto. Non ho urlato alle due di notte. È adesso l’una e mezza.

Berta: Sfotti pure, se ti fa piacere. Sai benissimo di chi parlo. Mi riferisco ad Amalia. Da un po’ che non viene più a trovarci. Faceva piacere anche a me quando si fermava a prendere il caffè con noi. È arrabbiata con te? Cosa le hai fatto?

Dino: Non puoi capire, quindi lascia perdere.

Berta: C’è qualcosa fra di voi? Dai, racconta, no?

Dino: No! Vai a letto e lasciami da solo con i miei tarli. Non ho voglia di parlarne. Buonanotte, Berta.

Berta: Come vuoi. Buonanotte.

(Si dirige verso la porta, ma vede qualcosa sulla scrivania e si ferma di colpo)

E quello cos’è?

Dino: Cosa?

(Berta prende le due albicocche che si trovano sulla scrivania)

Berta: Cosa fanno qui queste due albicocche?

Dino: Dici sempre che dovrei mangiare più frutta e verdura, no?

Berta: (annusandole) E sono pure profumate!

Dino: (togliendole dalle mani e spingendola verso la porta)
E sono anche molto gustose. Buonanotte ancora, Berta.

Berta: Aspetta! Perché mi butti fuori dal tuo studio?

Dino: Figurati se ti sto buttando fuori dal mio studio!

Berta: Invece sì! Mi prendi per scema ? Come fai ad avere, a fine estate, delle albicocche?

Dino: Comprandole?

Berta: Non credo che sia possibile trovarle neanche importate, caro.

Dino: Quindi?

Berta: Quindi dimmi tu qualcosa, no?

Dino: Avevo voglia di albicocche e le ho comprate. Punto.

Berta: Sono molto belle. Dove le hai comprate?

Dino: Mi sembra un interrogatorio, ciò che stai facendo.

Berta: Se io fossi un poliziotto, avrei iniziato a sospettare della tua agitazione.

Dino: Ma quale agitazione?! Suvvia, tra un po’ è l’alba e siamo qui a parlare di frutta!

Berta: Non sono neanche le due. Sediamoci e parliamo un attimo. Anche di frutta, se vuoi.
Tu hai bisogno di sfogarti, Dino.

Dino: No, io ho bisogno di andare a dormire. Domattina c’è una riunione importante, in redazione, quindi mi conviene riposare la testa.

Berta: Parla!

Dino: Oh, Berta! Tu non puoi capire niente di quello che sta succedendo! Non metterti anche tu in questa faccenda! Lasciami in pace!

Berta: No! Da qualche settimana che ti vedo agitato. Vieni a sederti. Ti porto qualcosa da bere.

(Berta esce dalla stanza. Dino va a sedersi dietro la scrivania, con la testa fra le mani)

Dino: Penserà che sono diventato matto!

(Berta rientra, con due bicchierini e una bottiglia)

Berta: Ecco cosa serve per farti rilassare un po’. (riempie i bicchierini)

Dino: Cos’è?

Berta: Il liquore di erbe che faccio io.

Dino: Ma io sono astemio!

Berta: Bevilo. Non morirai.

(Dino beve il liquore, con smorfie)

Dino: Non è male. Senti, Berta, vorrei parlarti di alcune cose, ma è un rischio.

Berta: Oddio! Per chi?

Dino: Per me, perché…

Berta: (allarmata) Potrebbero ucciderti? Sei nei guai?

Dino: No! Se vuoi che parli, devi stare zitta ed ascoltare, altrimenti auguriamoci la buonanotte e basta. Dicevo, rischio che mi prendi per scemo. Anzi, di più! Per matto!

Berta: Starò zitta, promesso. (mette una mano davanti alla bocca)

Dino: Dannato liquore, come fa sudare! (si asciuga la fronte)
Ebbene sì, sta succedendo qualcosa di molto strano, oltre tutti i brutti episodi di cronaca, sempre più spietati e incontrollabili. Il mondo vive ormai nel caos. La gente è disperata, si suicida, uccide, ruba! E cosa possiamo sperare dai nostri politici? Parole e fregature!
Berta, giura che non racconterai a nessuno quello che sto per raccontarti adesso.

Berta: Non credo sia necessario, ma se serve a farti stare più tranquillo… sì, lo giuro.

Dino: Bene. Sai che io non credo a… come posso dire… a cose, diciamo… paranormali…

Berta: (sedendosi) Mmm… interessante. Vai avanti.

Dino: Dicevo, beh, che non credo a questo tipo di cose, però poi arriva Amalia e…

(Berta si alza di scatto, con aria trionfante)

Berta: Sapevo che c’entrava Amalia!

Dino: Ma stai seduta, per piacere! Non fare queste scene teatrali, per cortesia!

(Berta si siede, ancora con la stessa aria trionfante di prima)

Dino: Arriva Amalia e mi costringe a credere a queste cose! Mi costringe perché mi porta le prove che queste cose esistono!

Berta: Cioè?

Dino: ‘E iniziato tutto qualche settimana fa.

(riflettore su Dino , che si alza e apre la finestra. Si sentono di nuovo le cicale)

(2)

a Non mi resta che raccontare tutto,

b Come nasconderti questo tormento?

a Che storia assurda, dietro quel frutto!

b Colpa mia, non sono stato attento.

a Berta, sapessi quanto son distrutto!

b Sono come un brandello al vento!

c Senti con attenzione questa storia

Uc Che per ora è folle, senza gloria…